E se gli allenatori di calcio si comportassero come i manager aziendali?
Qualche tempo fa ho insegnato una lezione ad un gruppo di studenti del Rome City Institute. Il titolo della classe era "Organizational Structure and Management Systems: The Fundamentals of Strategy Implementation" e gli studenti un gruppo di atleti americani vincitori di una borsa di studio per studiare business management a Roma per un intero anno accademico.
Vista la loro esperienza da atleti, mi è sembrato opportuno fare un confronto tra abitudini manageriali che vengono presentate come la massima espressione del sistema di gestione aziendale moderno, e le abitudini di allenatori e coach sportivi. In breve: e se gli allenatori di calcio si comportassero come i manager aziendali?
Esploriamo la metafora un po' più a fondo: una squadra di calcio, proprio come un'azienda, è suddivisa in varie parti a seconda del ruolo di ogni membro del team. In una squadra di calcio avremo gli attaccanti, i difensori, i centrocampisti e il portiere; in un'azienda troviamo le Risorse Umane, il Marketing, l'Ufficio Acquisti, la Produzione e così via. [1]
Ora, sappiamo che un'azienda è gestita tramite budget, target annuali, performance reviews individuali, ecc. In questo mondo, ogni sezione dell'azienda (e a cascata ogni manager e ogni impiegato) ha dei compiti ben specifici che deve completare e sui quali viene esaminata (dai manager stessi o addirittura da personale esterno al team o all'azienda), con la promessa di premi (monetari e non) nel qual caso i target dovessero venire rispettati, o sanzioni in caso la performance non dovesse essere soddisfacente. Quindi, per esempio, l'Ufficio Acquisti avrà come target la diminuzione dei costi nell'acquisto di parti, la Produzione la riduzione del numero di articoli difettosi, il Marketing l'aumento delle vendite. Nel mondo del business, delle teorie di gestione e del management consulting, questo tipo di gestione aziendale è considerato efficiente ed efficace, e garantisce il successo dell'azienda. Dopotutto, un po' di sana competizione non ha mai fatto male a nessuno - o così ci vogliono far credere.
La mia domanda è: se questo metodo di gestione è così efficace, perché non viene usato dagli allenatori delle migliori squadre di calcio mondiali?
Potremmo per esempio stabilire dei target per ogni ruolo nella squadra: gli attaccanti verranno quindi valutati a seconda dei goal segnati, i difensori a seconda del numero di azioni avversarie che hanno terminato riprendendo il possesso palla, i centrocampisti sul tempo di possesso palla individuale, ecc. Cosa pensi che succederebbe?
Da come la vedo io, una squadra del genere sarebbe altamente disfunzionale: immagino gli attaccanti che cercano di segnare anche quando avrebbe avuto più senso passare la palla ad un altro membro del team scoperto e più vicino alla porta; i difensori che si intralciano a vicenda per togliere la palla alla squadra avversaria, lasciando intere aree di gioco scoperte; stessa cosa succederebbe ai centrocampisti, che eviterebbero di passare la palla per prolungare il loro possesso e quindi aumentare la probabilità di ottenere un aumento di stipendio. Tu tiferesti per una squadra del genere??
Ti faccio notare che il numero di goal, il possesso palla, i passaggi intercettati, sono tutte statistiche che vengono già raccolte ed analizzate dagli allenatori; proprio come i costi, il numero di articoli difettosi, il numero di vendite sono dati che vengono collezionati da qualsiasi azienda. Qual è quindi la differenza tra le due? Che nel caso dell'azienda, questi dati sono utilizzati per premiare o punire i dipendenti, mentre nel calcio vengono usati per ideare delle strategie migliori con le quali l'intera squadra possa migliorare e vincere la prossima partita - l'obiettivo principale.
Nel caso delle aziende, premiare o punire individui o team a seconda di target arbitrari porta l'individuo o il team a considerare il target stesso come l'obiettivo, perdendo di vista l'obiettivo finale dell'azienda. Come spiega John Seddon, "le parti raggiungono il loro scopo a spese dell'insieme". [2] Proprio come nell'esempio della squadra di calcio, i target imposti arbitrariamente provocano un comportamento disfunzionale perché le persone sono più interessate a servire la gerarchia (cioè a far contento il capo) che a servire il cliente. [3]
Forse la mia domanda allora dovrebbe diventare: e se i manager aziendali si comportassero come gli allenatori di calcio? Non utilizzerebbero i target per punire o premiare i dipendenti, ma studierebbero i dati (sui costi, sul numero di articoli difettosi, sul numero di vendite) per ideare delle strategie migliori con le quali l'intera azienda possa migliorare e servire il cliente nel modo più efficiente ed efficace - l'obiettivo principale.
[1] Anche se bisogna dire che questo è solo uno dei tanti modi per organizzare squadre di calcio e team di lavoro, come esemplificato dal Total Football e dal numero di Dunbar - che ho scoperto grazie al libro di Malcolm Gladwell, "The Tipping Point" (capitolo 5, "The power of context (part two): the magic number one hundred and fifty).
[2] SEDDON, John, 2003. Freedom from Command and Control: a better way to make the work work. Vanguard Consulting Ltd, p.50
[3] SEDDON, 2003, p.12